lunedì 4 ottobre 2010
LA MATRICE DI EISENHOWER



Indipendentemente da quale compito o attività ci sia sulla nostra scrivania, catalogarlo velocemente con la matrice di Eisenhower è importante per poi decidere cosa fare in quel preciso momento.


Prendete un foglio di carta e riportate come qui sotto la matrice seguente:




Fatto questo, inserite nei quadrati i compiti o le attività rispondendo alle due domande presenti sui due assi: Importante e Urgente. La priorità da dare sarà a ciò che scriverete nello spazio in alto a destra (molto importante e molto Urgente.

Seguendo questo schema sarà facile distinguere immediatamente le attività che devono essere svolte immediatamente da quelle che possono attendere ancora un po’… con qualche sorpresa nel capire che qualche volta non siamo proprio così precisi ad istinto.

COME CAPIRE SE LA VOSTRA SQUADRA FUNZIONA

Indipendentemente che siate un il partecipante di un gruppo di giocatori di calcio, il Direttore di una scuola, o di una azienda, o che vogliate aprire un ristorante, un bar o fondare un nuovo giornale, vi porrete con molta probabilità le medesime domande:

- O a disposizione le persone giuste per il mio progetto?
- Le competenze che abbiamo corrispondono al programma che ci siamo prefissati?
- Sappiamo quello che vogliamo?

Il modello qui proposto è un semplice riferimento per valutare una possibile squadra di lavoro.

a) stabilite innanzitutto le quali sono le abilità, le competenze le risorse che vi sembrano importanti per quel dato progetto
b) poi annotate quelle assolutamente necessarie e che non devono mancare
c) distinguete tra le capacità soft (lealtà, motivazione, affidabilità…), e quelle dette hard (uso del computer, conoscenza di lingue straniere…),
d) definite il vostro punto critico, ovvero definite una scala (es. 0-10), e un valore al di sotto del quale vi è criticità,
e) valutate ora i vostri “compagni di viaggio”, ed evidenziate dove sono in questo momento le possibili debolezze del vostro team, ma anche quali sono i vostri punti di forza.

RISOLVERE UN LITIGIO

Il senso comune afferma che i conflitti devono essere risolti.
Ma spesso ci si chiede: come? Ci sono sei modi diversi in cui ci si può comportare:


1) Fuggire – ovvero scansare la decisione, quindi il conflitto non potrà essere risolto in questo modo. La situazione rimane immutata. Si deve concludere che nessuna delle due parti ci guadagna.
2) Lottare – chi lotta si pone un solo scopo: vincere. Si vede l’altra persona come un avversario, quindi la nostra azione sarà volta a imporre la propria posizione, contro quella altrui.
3) Rinunciare – in questo caso si abbandona la propria posizione e si perde automaticamente l’opportunità di dare espressione ai propri bisogni.
4) Raggiungere un compromesso – in questo caso vi può essere l’attenzione a giungere ad una situazione sostenibile per entrambe le parti in causa.

Quest’ultima opzione prevede che vi sia un attento ascolto alle richieste e ai bisogni del nostro interlocutore, esprimendo in modo pacato e preciso anche i nostri sentimenti e bisogni. Comporta una certa fatica perché non sempre si è pronti ad accogliere e ascoltare altri punti di vista, credendo che noi abbiamo sempre ragione.

Uno strumento per le decisioni

giovedì 20 maggio 2010

Le conseguenze delle azioni non saranno risparmiate solo per il fatto di averle ignorate.

Una volta presa una decisione è utile domandarsi quali ulteriori effetti collaterali desiderati, indesiderati, ripercussioni, interazioni, resistenze e feedback potrebbero verificarsi.

Qualche esempio? Clicca qui!